Boris Battaglia: Calibro 9. La Milano bandita. A spasso tra cronaca e letteratura


A metà degli anni sessanta Milano è ormai una grande città. Una delle poche città d’Italia a non confinare solo con se stessa. Tende ad assomigliare a città come Marsiglia, Parigi, Chicago addirittura. Arrivano da ogni parte del mondo a cercare fortuna, e tra quelli che arrivano non tutti hanno buone intenzioni. Tanti finiscono a ingrossare le fila della malavita, quella che a Milano era chiamata la Ligera, fino a cambiarle completamente volto.

Questa trasformazione antropologica richiede qualcuno che sia in grado di raccontarla. È per questo che a Milano prendono piede i più importanti quotidiani del pomeriggio, che fanno della cronaca nera il loro punto di forza: basti ricordare su tutti La Notte. Ma è soprattutto nello sguardo apolide di uno dei più grandi narratori dell’Italia della prima metà del XX secolo che questa trasformazione trova la propria voce e il proprio migliore racconto. In una manciata di racconti e in quattro romanzi con protagonista Duca Lamberti, Giorgio Scerbanenco racconta, come nessun altro ne fu e ne sarà poi capace, Milano senza retorica e, possiamo dirlo, senza pietà.

Come Marsiglia, come Genova, anche se non ha il mare, Milano ha il suo porto: la Stazione Centrale. Come ogni approdo (a essa è intitolato il racconto di apertura della raccolta Milano Calibro 9) è intorno a essa che si coagulano le esistenze dei disperati. Per questo, seguendo l’itinerario di quello che consideriamo il suo capolavoro, I milanesi ammazzano al sabato, ma senza trascurare i racconti, gli altri tre romanzi a lui dedicati, e la cronaca nera dei quotidiani, cammineremo partendo proprio dalla Stazione Centrale fino a piazza Leonardo da Vinci passando per i luoghi cardine delle storie di cui fu protagonista quel disincantato cavaliere errante che è stato Duca Lamberti.

Appuntamento

Sabato 11 Maggio

ore 10.30

MM2 Stazione Centrale – uscita Via Vitruvio – Bar Panzera

7 euro

Info/Prenotazioni: info@passeggiatedautore.it – 3392220777

L’Autore

Nato nel febbraio del 1968, Boris Battaglia vive da mezzo secolo nella stessa città in cui è nato. Milano. Ha due figli, un cane e una cattiva reputazione. Si è laureato in storia nel 1993 ma è finito a fare il metalmeccanico. Ama e praticava la boxe; ha anche scritto un libro sulla Noble Art, con l’amico Paolo Castaldi: Pugni. Storie di Boxe, (Becco Giallo, 2015).

Legge e parla di fumetti dal 1972 (anno in cui ancora non sapeva leggere). Ha fondato con otto amici nel lontano 1998 l’unica casa editrice italiana di fumetti veramente seminale: Rasputin! Libri. La casa editrice non esiste più. Lui continua a tradurre fumetti e a scriverci sopra saggi. Gli ultimi due sono E chiamale se vuoi Graphic Novel (Comic Out), e Corto. Sulle rotte del disincanto prattiano, (Armillaria). Porta le Clark’s. Cammina tanto. È, o almeno così si definisce, anarchico. Per questo ne racconta. Dell’anarchia, ovviamente.

Boris Battaglia, crocevia di libertà

Il Libro

Giorgio Scerbanenco – I milanesi ammazzano al sabato

Donatella è scomparsa. È bellissima, sembra una svedese, con quei lunghi capelli biondi e quel profilo antico. Ma è debole di mente: per la strada guarda gli uomini, sorride a tutti e, qualunque cosa le dicano, risponde di sì. Perciò suo padre, il vecchio Amanzio Berzaghi, un ex camionista, la tiene nascosta in casa, tra bambole e dischi di canzonette. Ma una mattina l’ex camionista non la trova più… Il caso viene affidato a Duca Lamberti, il medico-investigatore. Alla disperata ricerca della ragazza, Lamberti si spinge nei bassifondi di Milano, tra feroci magnaccia e case d’appuntamento.

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